Nel cuore del Kazakistan occidentale si estende una regione desertica remota e ancora poco conosciuta: il deserto del Mangystau, un luogo che si sviluppa per oltre 400 chilometri tra le coste del Mar Caspio e il confine con l’Uzbekistan. Con una densità abitativa di appena 2 persone per chilometro quadrato, questo angolo dimenticato del pianeta è una distesa selvaggia e incontaminata, perfetta per i viaggiatori in cerca di avventura.
Un viaggio nel Mangystau è un’esperienza unica: qui, i paesaggi di un candore accecante sembrano appartenere a un altro mondo, regalando l’impressione che il tempo si sia fermato. È una terra che racconta storie antiche attraverso le sue maestose scogliere scolpite dal vento, i canyon infiniti e le pianure sterminate.
A dominare questo scenario surreale è il Monte Sherkala, una montagna dall’aspetto enigmatico e dalle forme evocative. Considerato il “guardiano silenzioso” del Mangystau, questo luogo incarna il mistero e la spiritualità di una terra che non smette mai di stupire.
Con una settimana a disposizione, potrai lasciarti avvolgere dalla magia del Mangystau. Scopri il nostro itinerario.
Una settimana su un altro pianeta
Il viaggio inizia ad Aktau, capoluogo della regione del Mangystau. Situata tra l’immensa steppa e le rive del Mar Caspio, questa città moderna deve il suo nome alle vicine “montagne bianche” di calcare, rese celebri dalle sue miniere di uranio. Passeggiare tra le vie centrali e il vivace mercato è un’immersione nelle tradizioni e nella cultura kazaka, che ogni anno attira un numero crescente di viaggiatori.
La prima giornata di esplorazione del Mangystau si svolge a bordo di una jeep, con una visita alla spettacolare faglia di Zhygylgan (in kazako, “terra caduta”), un’antica rottura tettonica con impressionanti precipizi che superano i 50 metri di altezza. L’escursione prosegue con la necropoli di Kenty Baba e la suggestiva moschea sotterranea di Sultan Epe, per concludersi al canyon Kapamsay, una gola di gesso bianco punteggiata da grotte e abitata da maestose aquile.
Il terzo giorno si apre con la scoperta di Shakpak-Ata, una moschea scavata centinaia di anni fa nella roccia di gesso, e culmina nella suggestiva valle delle sfere, conosciuta come Torysh. Qui si ammirano centinaia di rocce sedimentarie dalla sorprendente forma sferica, risultato di processi geologici avvenuti 35 milioni di anni fa, nelle profondità dell’antico oceano Tetide.
L’itinerario si conclude con la visita a Sherkala, il monte simbolo del Mangystau. La sua forma ricorda una gigantesca yurta, mentre il suo fascino è arricchito da leggende antiche. Si racconta che un tempo valorosi cavalieri si rifugiarono sulla montagna e, combattendo come tigri contro orde nemiche, le diedero il nome di “città delle tigri”.
Natura primordiale
Le montagne di Airakty-Shomanay, con le loro forme singolari che evocano castelli fiabeschi, aprono il quarto giorno di viaggio in Kazakistan. Questo luogo incantevole offre l’opportunità di osservare antiche incisioni rupestri e, in primavera, uno spettacolo di tulipani selvatici che aggiungono vivaci pennellate di colore al paesaggio già magico.
La tappa successiva conduce alla palude salata di Tuzbair, una distesa infinita di sale bianco che si estende per chilometri, incorniciata da maestose scogliere di gesso. Questo luogo, oltre al suo fascino etereo, è noto per la presenza di numerosi fossili, che raccontano storie di un antico passato.
Il quinto giorno è dedicato alla visita della moschea sotterranea di Beket Ata, situata in uno scenario isolato e straordinariamente suggestivo. Questo luogo sacro, tra i più venerati del Kazakistan, è una meta imperdibile per il suo significato spirituale e la sua architettura unica. L’avventura si conclude tra le spettacolari valli di Boszhyra e Kyzylkup, un vero paradiso di gesso dalle infinite tonalità di bianco da esplorare a fondo il giorno successivo, per poi tornare ad Aktau prima del rientro in Italia.
Esplorare il Mangystau significa vivere un’esperienza fuori dal tempo, tra paesaggi surreali. L’unicità di questo viaggio? Dormire sotto il cielo infinito, nei campi tendati appositamente allestiti per offrire un’esperienza autentica, immersi nella natura selvaggia. Circondati dal silenzio del deserto e avvolti da un manto di stelle, ogni notte diventa un ricordo indimenticabile.
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