Cari amici di Ale e Gio, anche oggi vi parliamo del Grande Nord, e forse avrete capito che ci piace particolarmente. Bisogna conoscere molto questo prodotto turistico e restare sempre informati su sicurezza e praticità degli itinerari. Tuttavia il fascino unico che queste località esercitano ripaga di tutti gli sforzi. Oggi vi parliamo delle isole Svalbard, classificate dai rigidi parametri norvegesi come destinazione sostenibile.
Le isole Svalbard rappresentano le terre abitate più a Nord del pianeta, e sono la parte più settentrionale del territorio norvegese. Più o meno si trovano a metà strada tra Norvegia e Groenlandia, nel bel mezzo dell’oceano Artico.
Le Svalbard rappresentano, per eccellenza, vaste aree naturali e incontaminate. La sua asprezza è mordente per i visitatori, che apprezzano gli scenari naturali meravigliosi di cui sono estremamente ricche. Tuttavia, nonostante si trovino così a Nord, le temperature non sono estreme: a Longyearbyen, che è la capitale e il centro di ogni attività, la temperatura media varia dai -14° C d’inverno ai 6° C d’estate.
Le attività da svolgere in queste isole sono organizzate in base a tre periodi dell’anno.
- Polar Summer (dal 17 maggio al 30 settembre) per tutte le attività outdoor
- Nothern Lights Winter (dal 1 ottobre al 28 febbraio) per vedere l’aurora boreale e per vivere la lunga notte polare
- Sunny Winter (dal 1 marzo al 16 maggio) per vedere la luce affiorare gradualmente durante le giornate primaverili e vivere i paesaggi innevati e luminosi della primavera artica.
Proprio per preservare il delicato equilibrio di questi paesaggi e della flora e fauna di questa zona, le isole Svalbard hanno deciso, da anni, di impegnarsi in pratiche turistiche che mantengono inalterate le condizioni ambientali. Per questo sono considerate destinazione sostenibile certificata.
Isole Svalbard destinazione sostenibile: cos’è la certificazione?
Sul sito visitnorway.it, la certificazione di Destinazione Sostenibile viene descritta come “un marchio di qualità dato alle località che lavorano in modo sistematico per ridurre l’impatto negativo del turismo. Oltre a fornire esperienze piacevoli ai visitatori, la destinazione deve salvaguardare la natura, la cultura e l’ambiente locale, rafforzare i valori sociali ed essere economicamente valida. Il comune e le aziende turistiche devono cooperare attivamente per assicurare che la destinazione sia un bel posto sia per viverci che da visitare”.
Non è facile essere classificati come destinazione sostenibile: essa è una certificazione che necessita anni di verifiche prima di essere assegnata. Deve essere controllato e registrato lo smaltimento dei rifiuti, dimostrare di sostenere e pubblicizzare le esperienze proposte dalla comunità locale, cercando di arricchire e non di depauperare le risorse turistiche e naturali del territorio. Una volta che il turismo, grazie alla pratiche virtuose messe in atto, dimostra di valorizzare e proteggere il paesaggio invece di sfruttarlo, la certificazione viene assegnata con un paio di simboli importanti.
I simboli delle isole Svalbard come destinazione sostenibile
Il ciuffo d’erba contrassegna i programmi ambientali proposti dalle aziende turistiche norvegesi che hanno ricevuto la qualifica “sostenibile”. Una sorta di rigorosa garanzia ambientale per cui sempre più persone nutrono interesse. Ricordate? Ne abbiamo già parlato in un altro articolo sulle tendenze del turismo 2019. È molto interessante come anche i trasporti siano accuratamente tracciati e seguano le rigide direttive per minimizzare al massimo l’impatto ambientale.
Viaggiare significa esplorare, sentire e amare ciò che si scopre. Si tratta di collezionare esperienze che si depositano nella nostra anima e nei ricordi. Averne cura e cercare di preservare il nostro splendido pianeta, vivendolo, è un gesto importante da parte della nostra consapevolezza.
In futuro tutti devono avere la possibilità di vedere l’aurora boreale, esplorare l’interno di un ghiacciaio o fare una gita su una slitta trainata da cani nordici.
Sentire che sempre più destinazioni nordiche scelgono la sostenibilità, proteggendo un ambiente che è forse più fragile e più minacciato di altri da inquinamento e cambiamenti climatici, nutre nuove speranze per il futuro.